In Italia quasi 6 milioni di persone in povertà alimentare, crescono gli “invisibili: ActionAid smonta le favole di Meloni

Il rapporto “Fragili equilibri”
Giorgia Meloni ripete un giorno sì e l’altro pure di aver compiuto un mezzo miracolo economico con la sua ascesa a Palazzo Chigi: la creazione di un milione di posti di lavoro, la grande promessa berlusconiana dei tempi passati, e una economia che pur tra diversi affanni vede il Pil tricolore ancora col segno più.
Eppure a fare da contraltare alle parole della presidente del Consiglio e dei suoi corazzieri sono altri dati, quelli diffusi in questi anni da enti come Istat e Caritas che mostrano una popolazione sempre più povera.
Sulla stessa linea va anche il rapporto “Fragili equilibri” presentato da ActionAid. I numeri sono freddi quanto brutali e demoliscono una certa narrazione meloniana: nel 2023 più di 5,9 milioni di persone in Italia sono in una condizione di deprivazione alimentare materiale o sociale, con un aumento di circa 680mila individui rispetto all’anno precedente.
A crescere sono in particolare i cosiddetti “invisibili”, coloro che non rientrano nelle soglie Istat di povertà m che non riescono a mangiare in modo adeguato giornalmente: per l’indagine di ActionAid sono oltre 4 milioni le famiglie a rischio di povertà alimentare.
Quanto ad una analisi “geografica” del fenomeno, le situazioni più critiche si registrano ancora una volta nel Mezzogiorno: la Campania conta 877mila persone in difficoltà, la Puglia 721mila, la Calabria 503mila, la Sicilia 540mila. Eppure la povertà alimentare non risparmia neanche le regioni del Nord, effetto dei rincari dei prodotti alimentari e del mancato aumento degli stipendi: in Lombardia sono oltre 714mila, in Veneto oltre 396mila.
Nel complesso nell’anno 2023 la deprivazione alimentare è in aumento in tutte le macroaree del Paese, seppure con intensità differenti, spiega ActionAid: ad essere più esposte sono le persone nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni, mentre i tassi più alti si registrano tra disoccupati, lavoratori precari, persone escluse dal mercato del lavoro. Fattore chiave poi è la condizione abitativa: chi vive in affitto a prezzi di mercato è molto più esposto di chi possiede una casa o vive in alloggi agevolati.
Per Roberto Sensi, responsabile Programma povertà alimentare per ActionAid Italia, “la povertà alimentare è strettamente connessa alla fragilità economica, ma non si esaurisce in essa. Pensiamo ad esempio che solo il 40% di chi sperimenta deprivazione alimentare è ufficialmente classificato come povero secondo le soglie Istat, a conferma di una crescente vulnerabilità che colpisce anche fasce della popolazione escluse dalle misure pubbliche di sostegno”.
Per questo “non basta aumentare gli aiuti. Serve un sistema pubblico fondato su giustizia sociale, universalismo e partecipazione. Riconoscere il diritto a un’alimentazione adeguata significa uscire dalla logica dell’emergenza e affrontare le cause strutturali del problema. Solo così sarà possibile progettare politiche più eque, inclusive e capaci di restituire dignità e autonomia alimentare a tutte e tutti”.
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